mercoledì 11 gennaio 2012

i baci scandalosi di UnHate

La nuova campagna pubblicitaria di Benetton, dal titolo UNHATE,  raffigura capi di stato e leader religiosi, solitamente in antipatia tra loro, che si baciano.
Provocazione a scopi pubblicitari o c'è qualcosa di più?
Ci leggo un'imprevista dolcezza, artificiosa sì, ma sono solo io a vederla?

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La nuova campagna pubblicitaria di Benetton, dal titolo UNHATE,  raffigura capi di stato e leader religiosi, solitamente in antipatia tra loro, che si baciano.
Si tratta della solita provocazione a fini pubblicitari oppure sullo stile di Oliviero Toscani c'è anche qualcos'altro?
Ci leggo un'imprevista dolcezza, artificiosa sì, ma sono solo io a vederla?
Provo a rifletterci un po' sù.

Benedetto XVI bacia Al-Azhar - UnHate by Benetton

Si tratta ovviamente di fotomontaggi, come quello più "scandaloso" qui sopra, tra il papa Benedetto XVI e l'imam del Cairo Al-Azhar.
Tralasciando per un momento il carattere fortemente provocatorio, sul quale ci sarebbe molto da dire sebbene molto sia già stato detto, trovo che queste immagini siano forti, efficaci ma anche "leggere". I gesti e il modo in cui sono sovrapposti i vari personaggi non rivelano a mio avviso tanto un desiderio polemico o accusatorio, quanto piuttosto dolcezza, una imprevista e inaspettata dolcezza.
Forse sono solo io a vederci questo, ma facendo lo sforzo di pulirmi lo sguardo da una lettura omologata e prevedibile, dagli schemi di interpretazione usuali, provo a rapportami con le persone piuttosto che con i personaggi.

La provocazione è ormai un marchio del nostro tempo, fin dal primo novecento ne è stato svelato il potere, diventata strumento per la comunicazione di massa, ora detta "globale". Non è una cosa nuova ma continua a funzionare e funziona perché molti ragionano a schemi fissi e facilmente prevedibili e perché la società contemporanea ci porta a indignarci spesso per cose che in fondo poco ci interessano, per dettagli, per forme di comunicazioni pubblicitarie sovente volgari e compiaciute, altre volte furbette e strumentali.

Se però guardiamo con minore superficialità, cercando di mettere i tasselli nel giusto ordine, forse scopriamo qualcosa. Facciamo uno sforzo di indipendenza di pensiero.
Dovrebbe urtare qualcuno che la cancelliera Merkel bacia col sorriso sulle labbra il premier francese Sarkozy, dall'aria quasi stupita? Ben sapendo che si tratta di un fotomontaggio, quindi non di uno scoop?
Dovrebbe infastidire che l'americano statunitense Obama baci sulla bocca l'americano venezuelano Chàvez?
Forse qualcuno potrà anche sentirsi ferito, ma suppongo che la natura della sua sofferenza derivi da ben altri problemi, da ricercare in una mancanza di autocritica o accettazione personale.

Qui vorremmo parlare di fotografia e dunque parliamone.
Leader ritratti in perenne contrasto tra loro, per opinioni politiche o religiose, diventano, come un'installazione di arte contemporanea, protagonisti di un racconto corale parossistico, di alterazione digitale della realtà che sfruttando lo strumento dei social network, della rete e dei telegiornali diventa un messaggio virale di manipolazione positiva.
Mi fa riflettere sul potere di questi strumenti, che se fossero davvero ben usati, avrebbero una risonanza immensa. Diciamo che nell'appena concluso 2011 una buona parte del Mediterraneo ha ben compreso la potenza dei nuovi mezzi, cambiando definitivamente la propria storia e tirando un bello scossone ai vari dittatorelli, inducendo a una riflessione storica di grossa portata e progresso che da tanto attendono (e chissà poi quando arriverà).

Il papa della chiesa d'occidente che bacia l'imam musulmano. Forse è questa l'immagine più emblematica e da trattare con maggior cura, perché si carica di più significati e livelli di lettura.
Entrambe figure religiose ben poco aperte alle questioni omosessuali, anzi sempre pronte a scagliarsi contro (un bel punto in comune questo), si ritrovano a loro insaputa visti da milioni di persone in atteggiamenti intimi. Una piccola vendetta, inoffensiva. Meno blasfema e più divertente delle vignette su Maometto, ma forse solo perché non siamo fondamentalisti e quindi più abituati a dare alle cose il giusto peso e contesto o riderci un po' sù.
Qui in più ci sono le differenze religiose, le distanze, i dissidi, le piccole grandi crociate, che tutto ad un tratto si dissolvono in un bacio.

Tutto ad un tratto i personaggi diventano persone, si abbracciano dolcemente, lasciando da parte la diffidenza. Non si tratta del bacio della morte tra capetti mafiosi o del famoso bacio tra Brezhnev e Honecker. Niente di tutto questo, questo è un vero (finto) bacio, in cui due persone molto semplicemente si baciano, solo il reciproco odio li può offendere.

Piccolo riferimento storico, ma questo è reale.
Era il 1979 e durante i festeggiamenti del trentesimo anniversario della DDR, Régis Bossu catturava in questo iconico scatto il bacio tra il segretario generale del partito comunista russo Brezhnev e il presidente della Germania dell'Est Erich Honecker, un segno di rispetto reciproco scambiato tra compagni socialisti.
Immagine riproposta come graffito su quel che rimane del muro di Berlino e poi divenuta un simbolo.


il bacio tra Brezhnev e Honecker, 1979 di  Régis Bossu

Uno è vero, l'altro è artificiale, ma vedete quanto sono diversi?


Angela Merkel bacia Nicolas Sarkozy - UnHate by Benetton

UnHate by Benetton

Barack Obama bacia Hugo Chàvez - UnHate by Benetton

Poi è successo che dopo nemmeno ventiquattro ore dall’inizio della campagna, è stato deciso di ritirare l’immagine del papa da ogni pubblicazione. Un portavoce del gruppo ha dichiarato all’Ansa: « Ribadiamo che il senso di questa campagna UNHATE è esclusivamente combattere la cultura dell’odio in ogni sua forma. Siamo perciò dispiaciuti che l’utilizzo dell’immagine del Papa e dell’Imam abbia urtato la sensibilità dei fedeli. A conferma del nostro sentimento abbiamo deciso con effetto immediato di ritirare quest’immagine da ogni pubblicazione ».

Non credo alla buona fede, ma è stata comunque un'iniziativa divertente e ben congegnata, che almeno ha stimolato un interessante dibattito e scalfito qualche tabù.


Da leggere con attenzione le riflessioni sempre argute di Michele Smargiassi in Non ti farai idolo né immagine.
Suggerisco anche la lettura dell'articolo su Il Post.

Il breve ed emozionante cortometraggio per UnHate Campaign.


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