Josef Sudek è un fotografo cecoslovacco vissuto tra il 1896 e il 1975. E' considerato uno dei maestri dello scorso secolo e con un carriera di sessantacinque anni ha insegnato un modo di fare fotografia di cui vorrei parlarvi.
|
Cattedrale di San Vito, 1924-28, Josek Sudek |
Il romantico scorcio della sua Praga che dall'alto del campanile di San Vito si veste di un senso quasi surreale e di una bellezza che rivelano un grande amore per la sua città e la sue mutevole vesti gotiche, rinascimentali e barocche.
Durante la prima guerra mondiale perse il braccio destro, ma questo non gli impedì di proseguire la sua attività, anche se gliela rese decisamente più difficoltosa e lenta.
"
C'è sempre la musica", era solito affermare, anche nei momenti peggiori. Immerso nel suo mondo e tra i suoi amici artisti più stretti come il musicista
Janáček.
Era solito aggirarsi con un vecchio e ingombrante apparecchio per i giardini e i ponti di Praga e attendere anche per anni, il momento giusto per scattare le sue fotografie.
Nasce così la serie all'interno della cattedrale di
San Vito, i bagliori che disegnano architetture con la luce, le ampie zone scure e il silenzio di uno spazio non finito. Era ancora in costruzione la cattedrale, da ben sei secoli e si racconta che Sudek aspettasse il giorno in cui sapeva che la luce entrava nella direzione giusta e poco prima di scattare, correva in sù e giù per le navate alzando la polvere e creando quel pulviscolo per intrappolare la luce.. Si scorge una spiritualità della visione, come una bellezza colta con l'estasi dell'osservare.