sabato 9 luglio 2011

il bacio nella sommossa

il bacio nella sommossa - photo by Richard Lam

La versione moderna del bacio parigino di Robert Doisneau.
Le Baiser de l’Hôtel de Ville, un bacio romantico e sfuggente tra due innamorati sulla strada, circondati da passanti distratti in una Parigi impressionista. La delicatezza del momento e l'eleganza della costruzione hanno reso questa immagine un'icona.
Da una parte un'immagine classica, condita da tutti gli ingredienti del sogno. Dall'altra parte, un'immagine crudamente moderna, un racconto del nostro tempo, in cui gli scontri si scatenano sempre più frequenti, con pretesti giusti o superflui, simboli di una rabbia sommersa, incapace di esprimersi se non con la violenza e con le grida di una generazione che non sa controllarla, indirizzarla, perché privata del lavoro, depauperata di miti, disillusa.



Robert Doisneau - il bacio all'Hotel de Ville

Il bacio finisce sulla strada, ma stavolta per terra, come spinto al suolo, ai margini, in uno scenario di scontro con la polizia, tra manifestanti (o tifosi) e uomini in tenuta anti-sommossa.
Mentre la potenza dello scatto di Doisneau è nell'aver intrappolato un attimo fuggente, un istante eterno. La potenza del bacio nella sommossa è proprio il contrasto tra la dolcezza imperturbata dei due ragazzi e la durezza della guerriglia urbana. Come un mito moderno in cui per un attimo ci si dimentica dei conflitti, riducendoli e mostrandoli nella loro giusta dimensione.
Il bacio è purtroppo brevissimo perché sarà strangolato dal consumo dell'occhio globale che senza volerlo e senza una colpa individuale, lo prosciugherà.


Richard Lam è il fotografo che l’ha scattata mentre stava lavorando a un servizio sugli scontri. In fuga da un assalto della polizia “mi trovavo a circa 20-30 metri di distanza. C’erano queste due persone a terra, nella strada vuota. Per prima cosa ho pensato che una delle due fosse ferita”. È riuscito a scattare la foto, poi è stato travolto dagli scontri.

il bacio nella sommossa - photo by Richard Lam

Un po' di storia, così da inquadrare meglio la scena.
Il 16 giugno circolano molte immagini degli scontri di Vancouver, in Canada, tra i poliziotti e i tifosi della squadra di hockey della città. La Canucks era stata appena battuta nella finale della Stanley Cup, il campionato nordamericano di hockey sul ghiaccio. Al termine dell’incontro vengono incendiate auto, distrutte vetrine e negozi da parte dei tifosi arrabbiati per la sconfitta. L'inevitabile intervento della polizia per reprimere la sommossa e i successivi scontri hanno trasformato le strade della città in un campo di battaglia, lasciando sul terreno gas lacrimogeni e detriti di ogni tipo.

La notizia si è diffusa in tempi rapidi sulla rete e nel giro di poche ore, con utenti che in maniera virale hanno cominciato a condividerla sui social network, tanto che si è riusciti a capire se la foto fosse vera e chi erano i due ragazzi.
Una donna ha contattato il canale televisivo che ha trasmesso l'immagine dicendo di essere la sorella del ragazzo, poi il padre ha dichiarato: “Si sono ritrovati in mezzo ai vandali e alla polizia che li stava caricando. Alex è stata colpita dallo scudo di un poliziotto ed è caduta a terra. Scott ha cercato di tranquillizzarla, le ha dato un bacio e le ha detto “Andrà tutto bene”; il fotografo ha scattato la foto proprio in quel momento”.

E' la velocità della scoperta, della condivisione, la curiosità globale, amplificata dal voyerismo dei social network che rende ancor più moderna la storia di questo bacio. Un'ansia corale di sviscerare, svelarne tutti i misteri e le stranezze.
Svelare e dunque distruggere. E' un segno del tempo anche questo. L'opera d'arte è divenuta sociale, un lavoro collettivo di ideazione e distruzione. Dai 15 minuti di Warhol ai 15 secondi della rete.

Fonte della notizia, Il Post.

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