giovedì 19 gennaio 2012

O capitano! Mio capitano...

O rosse gocce sanguinanti sul ponte / Dove è disteso il mio Capitano / Caduto morto, freddato.
Così scriveva Walt Whitman.
Quante parole questi giorni, si sprecano le metafore, si cercano simboli di un dramma collettivo. E il pubblico ne parla, ne discute, in fondo poco sapendo ma nessun avarizia nei giudizi, spesso frettolosi, sempre comodi.
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O capitano! Mio capitano! il nostro viaggio tremendo è finito,
La nave ha superato ogni tempesta, l'ambito premio è vinto,
Il porto è vicino, odo le campane, il popolo è esultante,
Gli occhi seguono la solida chiglia, l'audace e altero vascello;
Ma o cuore! cuore! cuore!
O rosse gocce sanguinanti sul ponte
Dove è disteso il mio Capitano
Caduto morto, freddato.

O capitano! Mio capitano! àlzati e ascolta le campane; àlzati,
Svetta per te la bandiera, trilla per te la tromba, per te
I mazzi di fiori, le ghirlande coi nastri, le rive nere di folla,
Chiamano te, le masse ondeggianti, i volti fissi impazienti,
Qua capitano! padre amato!
Questo braccio sotto il tuo capo!
È un puro sogno che sul ponte
Cadesti morto, freddato.

Ma non risponde il mio capitano, immobili e bianche le sue labbra,
Mio padre non sente il mio braccio, non ha più polso e volere;
La nave è ancorata sana e salva, il viaggio è finito,
Torna dal viaggio tremendo col premio vinto la nave;
Rive esultate, e voi squillate, campane!
Io con passo angosciato cammino sul ponte
Dove è disteso il mio capitano
Caduto morto, freddato.
("O capitano! Mio capitano!" - Walt Whitman)


La poesia che Walt Whitman scrisse sull'assassinio del presidente Abraham Lincoln è una metafora della battaglia, la nave è il paese, il viaggio tremendo ricorda le difficoltà della guerra e le sfide di un'intera nazione. Il capitano è il defunto Lincoln.

Ognuno ha la sua nave, ognuno il proprio capitano, ognuno ricorda il proprio naufragio.

Quante parole questi giorni, l'informazione come un'ossessione, i protagonisti si tramutano in attori; in un commedia è più facile assegnare i ruoli del "buono" e del "cattivo". Si sprecano le metafore, si cercano simboli di un dramma collettivo. E il pubblico ne parla, ne discute, in fondo poco sapendo ma nessun avarizia nei giudizi, spesso frettolosi, sempre comodi.
E' la morte, più se ne parla e più si esorcizza. Per dimenticarla in fretta, almeno fino alla prossima inevitabile occasione.
"O capitano, mio capitano..."

1 commento:

  1. Per chi si vuol riempire gli occhi, il Boston dedica una pagina con tutte le foto. Questo è un blog di fotografia, anche nolenti possiamo farne a meno?
    http://www.boston.com/bigpicture/2012/01/costa_concordia_cruise_ship_ru.html

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