giovedì 7 giugno 2012

Julia Kozerski e la l'altra metà dell'obesità

Il portfolio fotografico di  Julia Kozerski mi ha davvero colpito ed emozionato. Osservare i suoi autoritratti e leggere le sue parole, vi assicuro che non vi lascerà indifferenti. La vità a metà di questa ragazzona americana vi commuoverà.

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Ho scovato per caso il portfolio fotografico di  Julia Kozerski, le sue immagini mi hanno davvero colpito ed emozionato. Osservare i suoi autoritratti e leggere le sue parole, vi assicuro che non vi lascerà indifferenti. La vità a metà di questa ragazzona americana vi commuoverà.

E' così che oggi voglio parlarne e sebbene il suo portfolio affronti un tema molto dibattuto, numerosi altri fotografi si son cimentati a raccontare i problemi legati al peso, l'approccio di Julia è tremendamente onesto, sincero fino al midollo, tanto da far quasi male.
I suoi autoritratti sono scioccanti nella cruda realtà che mostrano, sono uno isola di verità circondata da un oceano di fotoritocchi, ipocrisie ed estetica dominante imposta sulle donne.


Julia Kozerski - Half

Chi è Julia Kozerski?
Una fotografa americana di Milwaukee, ma prima di tutto una ragazza obesa. All'età di venticinque anni pesava già più di 150 chili. E' così che ha deciso di pianificare una rigida dieta fatta di controllo del cibo e attività fisica. Ha terminato il suo percorso riducendo della metà il suo peso, e documentandolo con la fotografia.
Tuttavia non si tratta di un freddo documento, le sue immagini non descrivono solamente una perdita di grasso, quanto una perdita ben più profonda. Le origini della sua infelicità risiedono nel peso, prima ma anche ora. Il suo corpo è divenuto il libro che racconta la sua storia, le smagliature, le pieghe delle pelle sono le pagine in cui ha scritto le sofferenza della sua ricerca di quell'immagine "perfetta", di un'altra persona che ha sognato per tutta la vita.

La denuncia di Julia non è una denuncia.
E' la storia di una persona, con tutte le sue particolarità, i suoi sogni e aspirazioni e angosce. I suoi autoritratti sono una denuncia della realtà, più che della società. Se si vuole guardarle con un occhio attento e libero da ideologie, si scopre che l'attacco si rivolge verso una società che impone canoni di apparenza e bellezza molto rigidi ed emarginanti per i più, ma giunge altrove. L'autrice e protagonista riflette su se stessa, ripercorre i sensi di colpa, il duro percorso di "rettificazione" e la sua determinata ricerca di omologazione al modello ma finisce per perdersi.
E' bellissimo e al tempo stesso drammatico, il punto in cui giunge il racconto. La perdita del peso termina con la perdita di se stessa, in tutti i sensi. Il suo corpo si è ridotto della metà, da qui il titolo "half".
Una metà che aveva e che adesso non c'è più ma della quale rimane una traccia, cicatrici incancellabili, dentro e fuori.


Gli autoritratti di Julia sfiorano l'esperienza di molti fotografi che l'hanno preceduta, lei lo fa con una ricercata raffinatezza senza mai mettere da parte la bellezza di un racconto pulito e senza fronzoli. Semplicissimo in alcuni momenti, eppure sempre efficace ed emotivo.


L'autoritratto in fotografia è sempre stato un genere diffuso, seppur complesso. L'autore è protagonista dei propri scatti e affronta l'insidiosa linea di demarcazione del narcisismo. Si mette a nudo, anche quando rimane vestito, perché la macchina fotografica è uno strumento che uccide l'intimità, la contamina ed è brutale, bisogna saperlo controllare e contenere. Ricordo la scena di Blow di Michelangelo Antonioni in cui un fotografo "spara" con la sua reflex sulla modella, in un parossismo da atto sessuale.
Ci sono fotografi che giocano con l'autoritratto e come Robert Mapplethorpe sondano il potere di penetrazione psicologica, altri come Nan Goldin usano letteralmente l'autoritratto come una terapia mostrando le ferite, le percosse e il dolore, elaborando un mosaico di immagini mosse o sfocate, graffianti e intense di vita vissuta. Posso citare Cristina Nuñez e la sua similare esperienza di disintossicazione attraverso la fotografia e l'autoritratto terapeutico, Arno Rafael Minkkinen (del quale ho parlato in dentro la natura con Arno Rafael Minkkinen) che affronta il proprio corpo in una fusione elegante col paesaggio, oppure Francesca Woodman che costruisce un universo complesso e simbolico sui propri ritratti di nudo.


Julia Kozerski - Half

Il testo che Julia ha scritto per introdurre il suo lavoro è il miglior modo per far scricchiolare quella corteccia cinica e dura che ci rende distaccati e indifferenti verso tutti coloro che soffrono di questo problema ed entrare così in contatto emotivo con le sue fotografie e la sua storia.

"Tutti noi abbiamo almeno un attributo di noi stessi che ci obbliga ad essere consapevoli; qualcosa che ci fa sentire come se non fossimo "normali". Per me e per moltissime altre persone, il peso è una fonte costante di insicurezza. Quando ho festeggiato i miei 25 anni, la bilancia segnava 153 chili. Con un indice di massa corporea (BMI, body mass index) del 49,9 per cento, metà del mio corpo era letteralmente costituito da grasso, e son stata classificata come "obesa".
Per tutta l'infanzia e l'adolescenza il mio peso mi ha portato ad attraversare periodi di depressione legata alle questioni fisiche ed emotive. Per tanto tempo non ho desiderato niente di più che essere fisicamente qualcuno diverso da me, pensando che questo mi avrebbe reso più felice.
Nel dicembre del 2009 ho deciso di riprendere le redini della mia vita e di partire per un viaggio per vivere sano. Attraverso il conteggio delle calorie, concentrandomi sulla nutrizione, sul controllo delle porzioni e aumentando l'esercizio fisico, i miei sforzi mi hanno permesso di perdere oltre 160 chili. Mentre avevo sinceramente creduto che il mio duro lavoro e dedizione mi avrebbero trasformato in quella persona "perfetta" dei miei sogni, la realtà invece mi ha portato esattamente al contrario. La mia esperienza contraddice ciò che i media tendono a rappresentare. Mentre è facile celebrare e apprezzare i notevoli risultati fisici di una tale impresa, sotto lo strato dei vestiti e dietro "porte chiuse" si nasconde una realtà molto diversa.
Queste fotografie sono degli autoritratti. Servono come riflessi della mia esperienza e indirizzano ed esplorano le mie lotte private, fisiche ed emotivamente dolorosissime, contro il cibo, l'ossessione, l'autocontrollo e l'immagine di sé. Queste immagini così brutalmente oneste gettano luce sulla verità di quello che per me è vivere la vita come metà di me stessa."
Julia Kozerski



Julia Kozerski - Half

Julia Kozerski - Half

Julia Kozerski - Half

Julia Kozerski - Half

In alcuni scatti Julia rivela in modo più esplicito la sua incapacità ad accettarsi, la sua inquietudine è rivelata nascondendosi dietro una tenda, un parapetto, un controluce, forse per dimenticarsi per  un momento di quella metà scomparsa del suo corpo o forse per far scomparire quella rimasta.


Julia Kozerski - Half

Julia Kozerski - Half

Julia Kozerski - Half

Julia Kozerski - Half

Consiglio di leggere il testo originale sul suo sito personale, che raccoglie tutte le foto della serie "Half" juliakozerski.com

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