mercoledì 29 dicembre 2010

la fotografia più bella della rivolta studentesca di Londra

Sappiamo tutti di quello che è successo a Londra, una manifestazione molto dura degli studenti nel pieno centro della città, a Trafalgar Square e nell'area del Parlamento, motivata dall'innalzamento delle rette universitarie. Una cosa simile sta succedendo anche in Italia, in seguito alla discussione della riforma Gelmini.
Molte fotografie hanno documentato quella giornata, gli scontri, i tentativi di contenimento della polizia, le azioni pittoresche degli studenti, le violenze, ma ce n'è una che ha una potenza e una capacità di comunicazione così elevate da assurgere a simbolo.

La fotografia più bella della rivolta studentesca di Londra, una studentessa dal look androgeno, con i capelli biondi e vestita di bianco, un bianco sporcato dagli scontri della giornata, si erge in piedi sulla barriera che la separa dal blocco della polizia, senza armature, senza protezioni e li guarda dall'alto.

Una scultura come icona della libertà.

di Oli Scarff, agenzia Getty Images

sabato 25 dicembre 2010

le visioni stereotipiche di František Krátký

Dopo aver visto la mostra "ITALIA 1897: visioni stereotipiche di František Krátký" all'auditorium del duomo di Firenze, ho cominciato a studiare e ricercare informazioni su questo interessante fotografo boemo.

Prato della Valle, Padova

Era l'Aprile del 1897 quando František Krátký (1851-1924), fotografo e viaggiatore di origine praghese, giunse in Italia per ritrarre, in un viaggio di tre mesi, il patrimonio italiano artistico e culturale con fotografie straordinarie che ancora oggi, a distanza di tempo, ne fanno trapelare lo spirito più intimo, anche attraverso l'uso di una attrezzatura che per allora era all'avanguardia. Il suo talento era così sviluppato da  riuscire realmente a trasmettere, attraverso i suoi scatti, l'anima del luogo, sempre così legato all'uomo, ai suoi abitanti, che spesso Krátký criticava come “rozzi”, ma che in fondo considerava simpatici e allegri. Il suo principale scopo era quindi quello di documentare lo stretto connubio tra il “posto” e coloro che lo vivevano, mostrando attraverso la fotografia le molteplici realtà del tempo: una testimonianza preziosissima, quando i concetti del viaggiare e osservare avevano realmente significati tra loro intimamente collegati.

lunedì 20 dicembre 2010

il romanticismo di Josef Sudek: Praga, alberi e altri oggetti

Josef Sudek è un fotografo cecoslovacco vissuto tra il 1896 e il 1975. E' considerato uno dei maestri dello scorso secolo e con un carriera di sessantacinque anni ha insegnato un modo di fare fotografia di cui vorrei parlarvi.

Cattedrale di San Vito, 1924-28, Josek Sudek
Il romantico scorcio della sua Praga che dall'alto del campanile di San Vito si veste di un senso quasi surreale e di una bellezza che rivelano un grande amore per la sua città e la sue mutevole vesti gotiche, rinascimentali e barocche.
Durante la prima guerra mondiale perse il braccio destro, ma questo non gli impedì di proseguire la sua attività, anche se gliela rese decisamente più difficoltosa e lenta.
"C'è sempre la musica", era solito affermare, anche nei momenti peggiori. Immerso nel suo mondo e tra i suoi amici artisti più stretti come il musicista Janáček.

Era solito aggirarsi con un vecchio e ingombrante apparecchio per i giardini e i ponti di Praga e attendere anche per anni, il momento giusto per scattare le sue fotografie.
Nasce così la serie all'interno della cattedrale di San Vito, i bagliori che disegnano architetture con la luce, le ampie zone scure e il silenzio di uno spazio non finito. Era ancora in costruzione la cattedrale, da ben sei secoli e si racconta che Sudek aspettasse il giorno in cui sapeva che la luce entrava nella direzione giusta e poco prima di scattare, correva in sù e giù per le navate alzando la polvere e creando quel pulviscolo per intrappolare la luce.. Si scorge una spiritualità della visione, come una bellezza colta con l'estasi dell'osservare.

mercoledì 15 dicembre 2010

I paesaggi della Florida visti dall'alto

Mi sono imbattuto in una serie di fotografie dall'alto dei paesaggi del sud-ovest della Florida.
Sono tutte immagini scattate da satellite e fornite da Google Maps, raccolte e selezionate dal Boston.com (versione online di The Boston Globe).

clicca per ingrandire

Le fotografie sono accessibili a tutti i curiosi che si vogliono divertire a navigare sul paesaggio urbanizzato di questo pezzo di Stati Uniti.

giovedì 9 dicembre 2010

Kevin Carter, quando la fotografia pesa come un macigno

Chi è Kevin Carter?
Inizia come fotografo di sport per poi cominciare a lavorare Johannesburg per raccontare l'apartheid.

Mi ha molto colpito la sua storia, che è la storia di una vita, perché fa riflettere sul potere di quello che vediamo e di quanto in profondità scava nel nostro animo. E più l'animo è puro e onesto, più la ferita si immerge nel profondo.

Stiamo parlando di fotogiornalismo, quello vero, crudo e di etica nella fotografia, del ritratto di un mondo terribile ma che qualcuno deve fare.
Stavolta non mi scaglierò contro la durezza delle immagini per difenderle dalla malattia dilagante dell'indifferenza, stavolta vi beccate tutta la durezza di Kevin perché nelle sue foto c'è la sua vita e i motivi della sua esistenza.

giovedì 2 dicembre 2010

l'arte effimera di Ma Liang

Torno a parlare della fotografia cinese, sicuramente una delle più interessanti in questo periodo.
Tra i molti fotografi del grande impero che stanno invadendo l'occidente, mi sono occupato di Liu Bolin (e delle sue trasformazioni camaleontiche) e presto vi parlerò anche di Yang Yongliang.

Ma questa è la volta di Ma Liang.

"Portrait of Mephisto", Ma Liang

Con l'esposizione italiana alla galleria CO2 di Roma (qui i dettagli della mostra) dove presenta la sua "The Unexpected World" abbiamo riscoperto la meraviglia di fronte ad una fotografia vivace e varia.
Avvicinandosi di più...