giovedì 2 dicembre 2010

l'arte effimera di Ma Liang

Torno a parlare della fotografia cinese, sicuramente una delle più interessanti in questo periodo.
Tra i molti fotografi del grande impero che stanno invadendo l'occidente, mi sono occupato di Liu Bolin (e delle sue trasformazioni camaleontiche) e presto vi parlerò anche di Yang Yongliang.

Ma questa è la volta di Ma Liang.

"Portrait of Mephisto", Ma Liang

Con l'esposizione italiana alla galleria CO2 di Roma (qui i dettagli della mostra) dove presenta la sua "The Unexpected World" abbiamo riscoperto la meraviglia di fronte ad una fotografia vivace e varia.
Avvicinandosi di più...


Una fotografia pittorica, con richiami onirici e illusioni che fanno il verso a nature morte dell'arte rinascimentale, sebbene in chiave moderna. Vedo nelle sue immagini un insieme di citazioni dell'arte, fiabe contemporanee, colorate e surreali. Nelle sue serie più recenti invece le immagini si fanno più enigmatiche e dure, intravedo qualche somiglianza con i "quadri" di Joel-Peter Witkin.

Ma Liang

Little Flagman è il racconto di un ingenuo aviatore che aspetta l’incanto di un’illusione. Portrait of Mephisto, l’interpretazione in chiave contemporanea di un Mefisto che insegue il potere e la magia della creazione e dove si scorge maggiormente la pennellata di Liang, memore della sua esperienza come pittore in gioventù.
Leaves of Grass e Second Hand Tang Poem, una raccolta di suggestive fotografie in bianco e nero dove il magnetismo della memoria e le polveri dei ricordi fanno da padroni. A differenza dalle sue serie dagli accesi colori fiabeggianti, questi scatti tradiscono un’insolita impronta classica che rievoca con particolare discrezione la pittura tradizionale cinese.


L’ombra di “antichi pennelli” è percepibile in Second Hand Tang Poem, dove le vedute di lontane e malinconiche colline sembrano accompagnare i versi di Li Shangyin, poeta della dinastia Tang (800 ca) che più volte Ma Liang cita come ispiratore di questi lavori.
Anche se queste serie richiamano profumi antichi non si possono però non cogliere quelle tracce di un Ma Liang sempre pungente e caustico, ed ecco colline costruite su agglomerati di vasi e ceramiche tradizionali abbandonate, solitarie isole che nascondono volti umani e curiosi esploratori seguiti da inanimati amici.
Infine il trittico Journey to the West: plateale, enfatica e carica di un forte potere illusorio. Una città immaginaria dalle luci soffuse dove convivono volatili con l’elmetto che fanno da guardia ad un tempio, ricci in veste di monaci ed un osservatore nascosto, forse burattinaio del villaggio.

"Journey to the West", Ma Liang
"Portrait of Mephisto", Ma Liang

"Leaves of Grass", Ma Liang

Tutte immagini bellissime, che puntano sulla suggestione ma che forse mi sembrano solo graffiare la superficie con un manierismo esasperato, seppur gradevole. Non so, al momento, come giudicare fino in fondo la sua arte, certo è che sento come la mancanza di qualcosa, che tutti questi set perfettamente costruiti e pieni di simboli e elementi sono un po' il simbolo di un baracco che riempie gli occhi, solo per non far vedere il vuoto.

3 commenti:

  1. Confesso che non lo conoscevo, indubbiamente un fotografo interessante.
    Ciao!

    Anna

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  2. "Portrait of Mephisto" è meravigliosa.. mi piace la poesia di questo artista.

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  3. Queste foto mi ricordano le immagini che guardavo da piccola sul "View-Master"
    http://it.wikipedia.org/wiki/View-Master

    Inserendo il "dischetto" di diapositive si guardavano le favole...queste foto a mio parere hanno la stessa profondità e lo stesso stile fiabesco/barocco.

    Ve lo ricordate il "View-Master"?

    Paola Hilda

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