lunedì 23 maggio 2011

i nudi di Yasuzo Nojima tra pittorialismo e modernità

"Se un artista non riesce ad intrecciare intenti e sentimenti nella sua arte, resterà un artista morto." (Yasuzo Nojima)

Come spesso succede, sono le scoperte casuali quelle che portano maggiori soddisfazioni. E' così che son felice di parlare di un maestro della fotografia pittorica giapponese.

Chi è Yasuzo Nojima?
Nojima inizia a fotografare nel 1906, due anni dopo comincia gli studi presso la Gijiku Keio University di Tokyo. Del 1920 la sua prima esposizione, mentre nel 1928 diventa membro della Società Fotografica Giapponese, uno dei principali club artistici, sebbene ancor piuttosto conservatore.


Yasuzo Nojima


La maggior parte delle sue opere più celebri è realizzata tra il 1910 e il 1953.
Non ha mai lasciato il Giappone, eppure la sua sensibilità orientale si miscela magicamente con l'estetica occidentale fin a realizzare ritratti struggenti e raffinati che ci attraggono senza poter porre resistenza.

La sua fotografia si aggira tra il pittorialismo ricercato, di moda in quel tempo, e un modernismo che ancor oggi non si esaurisce. I suoi ritratti, dai toni densi e malinconici, i paesaggi, le composizioni di natura morta ma sopratutto i nudi femminili sono un itinerario di contemplazione della bellezza.


photo by Yasuzo Nojima

"Quello che loro chiamano la fotografia d'arte non è altro che un catalogo del distratto, vago e del falsamente significante o profondo, del diluito e del debole. Queste non sono dunque le caratteristiche che il tempo ci domanda".
Così Nojima comincia a rendere più chiara la sua arte. Nel 1920 infatti il suo lavoro inizia a mutare e da un pittorialismo di maniera progressivamente trasforma i suoi soggetti, ora semplici e seducenti ritratti, lievemente illuminati e poi una serie di nudi che rappresentano alcune delle immagini più enigmatiche viste nel periodo che anticipa la seconda guerra mondiale in Giappone.


photo by Yasuzo Nojima

photo by Yasuzo Nojima

La parola giapponese per la fotografia è shanshin, significa esattamente "riprodurre la realtà".
Le immagini di Nojima trascendono la riproduzione meccanica della realtà e rivelano verità non viste o comprese dai precedenti fotografi giapponesi. Contro la convenzione prevalente di usare come modelle donne occidentali o celebrità, Nojima sceglie per i suoi ritratti donne molto giapponesi, lontane dal glamour.
Le immagini semplici ma attentamente composte respingono le lusinghe esasperate dei pittorialisti e tentano di svelare l'anima profonda del soggetto.

Una folta galleria delle fotografie di Nojima.
Una delle fonti bibliografiche è il WSBS.

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