In fondo è uno degli obiettivi di questo blog, andiamo dunque alla scoperta di un maestro del genere, il tedesco Elger Esser.
photo by Elger Esser |
Chi è Elger Esser?
Nato a Stoccarda nel 1967, ha trascorso l’infanzia a Roma e ha collaborato con un grande maestro italiano della fotografia di paesaggio, Olivo Barbieri.
Studia alla Kunstakademie di Düsseldorf e fu allievo del grande Bernd Becher, che insieme alla moglie Hilla, ha imposto un nuovo modo di fare fotografia del '900 (per approfondire Bernd & Hilla Becher su questo stesso blog). Fece quindi parte di quel movimento rivoluzionario meglio conosciuto come Scuola di Dusseldorf, insieme a Thomas Struth, Candida Hofer (della quale parlo in Candida Hofer e il concetto dello spazio sociale) e Andreas Gursky.
Dalla metà degli anni '90 le sue fotografie cominciano ad apparire in numerose gallerie, musei nazionali e internazionali.
photo by Elger Esser |
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Un'eleganza sommessa che rende inafferrabili i suoi paesaggi.
Una luce diafana cosparge la campagna francese che è solito ritrarre o le scogliere sul mare, tanto da trasformare tutto in un paesaggio immaginato, pittorico, idealizzato.
Si percepiscono gli insegnamenti dei Becher, che erano soliti invece fotografare i ruderi di un'industrializzazione in decadenza e che applicavano il principio della ripetitività alle costruzioni.
La serialità e l'annullamento del soggetto, che comunque è quasi del tutto assente in Esser, è agli antipodi del momento decisivo bressoniano, porta ad instaurare un rapporto diverso con l'immagine, non c'è l'enfasi dell'impatto, il voler intrappolare un momento sfuggente.
Si ferma invece un momento qualunque dove il soggetto passa quasi in secondo piano, evidenziandosi nel confronto, nelle similitudini e nell'indagine dell'immagine. E' necessaria dunque una visione più meditata, più attenta a valutare i dettagli; i quadri ci invitano a cercare, a tracciare collegamenti. Nelle fotografie di Esser c'è una costruzione ricercata che esalta il paesaggio, senza l'ossessione di renderlo anonimo, semmai pittorico (interessante il lavoro sugli ingrandimenti esasperati che sgranano e sfumano le forme).
E' così che le immagini abbandonano una superficiale freddezza e emergono anche poeticamente, perché secondo me nascondono una silenziosa ma potentissima poesia. C'è una nostalgia romantica, un senso di statica commemorazione del paesaggio con queste costruzioni rigide e allo stesso tempo morbide, con questi toni tenui sul giallo, verde e azzurro, divenuta una cifra stilistica distintiva.
photo by Elger Esser |
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Lo stesso Esser ci spiega che non cerca una documentazione dei luoghi, a differenza dei presupposti anti-artistici di documentazione dei coniugi Becher, ma un incontro con loro e dunque di farne una fotografia.
Per approfondire e scoprire altre immagini consiglio il sito personale.
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