martedì 2 novembre 2010

l'arte al servizio della tecnica

"è solo niente", 2008, Sandro Rafanelli

Molta della fotografia che vediamo in giro segue la moda del momento, le ultime tendenze in fatto di elaborazione delle immagini, di ritocco, di recupero di vecchi stili fotografici.

Solo il tempo alla fine decreterà se una moda riesce a lasciare un segno oppure scomparire senza traccia. Non possiamo però attendere che tutto scorra senza giudicare. Abbiamo una visione limitata perché legati al presente o siamo in grado di far tesoro del passato per giudicare profeticamente quello che verrà. Forse proprio questa novità è così barbarica (nel senso positivo che intende Baricco) che non esiste ancora il modo per giudicarla.


Proviamo a buttarci in questa battaglia persa.
Per evolversi occorre quindi l'occhio più lungo, delimitando lo spettro di quello che viene prodotto, cogliendone i pregi e i limiti, cercando di capire se una nuova tecnica può produrre qualcosa di buono, se è in grado di raccontare e, se ci riesce, chiedersi se lo fa onestamente oppure no.
Capire le potenzialità e i limiti in maniera critica, significa anche sfruttarle al massimo.

Non voglio certo pormi limiti di fronte alla tecnologia, ma non accetto acriticamente che una tecnica "faccia" l'arte. Dovrebbe essere sempre l'arte a far uso di una tecnica. E' qui l'origine della mia disapprovazione, perché scorgo molta acritica accettazione di nuove tecniche come se si stesse parlando di arte "già finita", ma forse è solo manierismo? E forse pure col difetto di essere accessibile da tutti, nelle stesse forme e modi, dunque difficilmente personalizzabile.


Ok, bella, mi piace e si passa oltre... 
Alla fine così sembran tutte belle queste immagini ma si passa sempre oltre, a guardarne altre... e alla fine siamo sicuri che torneremo a riguardarle?
E quando si riguardano, sono ancora belle come la prima volta o un po' di meno?
Hanno ancora qualcosa da dire? o hanno già esaurito tutto nella frazione di secondo che le facciamo scorrere davanti?
Se non si dice veramente qualcosa, se non si colpisce, se non si stabilisce un rapporto onesto con l'osservatore si finisce per stancarlo, forse accetterà sempre più passivamente una bellezza estetica condivisa ma anche priva di stimoli o emozioni.

L'arte al servizio della tecnica?

1 commento:

  1. Carissimo Sandro,
    ho letto con attenzione il tuo articolo che continua la tua crociata contro hipstamatic :) al di là di questo, vorrei capire meglio a cosa ti riferisci; non puoi prescindere, nello scrivere un articolo come quest'ultimo, nel far riferimento ad autori, piuttosto che ad altri, a tecniche piuttosto che ad altre; non puoi limitarti a chiederti, se la fotografia digitale e l'elaborazione dell'immagine, siano o meno una moda passeggera, sia o meno tecnica a servizio dell'arte, senza riferimenti concreti. Ti chiedo, per meglio capire il tuo pensiero, di dirci a chi ti riferisci nello specifico, perchè la "fotografia" in generale è un campo troppo vasto. Io distinguerei i professionisti, dai fotoamatori e poi GLI ARTISTI della fotografia, le differenze sono enormi e trascendono le tecniche; in certi casi specifici vedo foto presunte artistiche, che mi fanno condividere quanto scrivi nell'articolo, ma spesso vedo fotografie incredibili, fatte da ARTISTI professionisti, tramite forti elaborazioni (il che vuol dire un uso di luci ed attrezzature molto elaborato e sofisticato) che sono eccezionali e che magari senza l'uso del computer sarebbero impensabili. Dunque ti chiedo, per capire bene il tuo articolo se ti riferisci a un target di fotografi in particolare o agli artisti della fotografia; se sfogli ad esempio una rivista come Photo cult, vedi immagini elaborate di grandi artisti, che rimarranno eterne per la loro bellezza (e la tecnologia è davvero al servizio dell'arte), se invece vai sul mio sito :) o sulla pc, magari vedi foto belle che senza l'ausilio della postproduzione sarebbero state mediocri (per il semplice fatto che essendo un fotografo della domenica, non ho tempo di applicarmi quotidianamente per cercare soggetti favolosi). Credo in sostanza che per avvalorare quanto dici devi farci esempi e distinzioni per capire meglio il soggetto "molta della fotografia che vediamo in giro"; per me la fotografia che conta e che sarà ricordata è quella dei grandi artisti, quella dei fotoamatori rimane bagaglio personale di ognuno e rimane negli archivi di famiglia, non è quella che conta per fare un'epoca. Infine la moda è passaggera, ma segna anche l'epoca di riferimento, quindi se ai tempi di Mario Schifano c'era la pop-art, oggi c'è pure hipstamatic; l'arte fotografica così concepita rimarrà simbolo di una epoca specifica. Io la vedo così; sarebbe bello potersi confrontare di persona ed indire una riunione della pc, becouse the light needs to be discussed and enjoyed together!!!

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