venerdì 19 novembre 2010

Gregory Thielker, questa non è una fotografia

painting by Gregory Thielker

Non si tratta di affascinanti fotografie, questi sono dipinti.
L'autore di questi quadri è Gregory Thielker, che riproduce a tempera, ma con realismo fotografico, quello che si vede attraverso un parabrezza rigato dalla pioggia.


Quella splendida bugia che è la fotografia si complica ulteriormente quasi a diventare un perverso doppio gioco. Non si tratta solo di una rappresentazione realistica della realtà, si parla di iperrealismo fotografico, con tutti quegli schemi tipici di un'inquadratura costruita.
E' la pittura stavolta a inseguire e mi chiedo se questo sia giusto. Che sia mai che la fotografia diventi un'arte a tutti gli effetti?

"Il nostro punto di vista all'interno della vettura crea una cornice particolare per l'esperienza, sia fissa nel suo orientamento planare, sia estremamente mobile nel suo ritmo e direzione. Il momento della guida cancella ciò che ci lasciamo dietro in modo che tutti possiamo concentrarci sul futuro.
[..] Dipingo questi soggetti per spiegare come l’esperienza della guida influenzi la nostra percezione ed interpretazione di ciò che è intorno a noi.
"
Gregory Thielker

painting by Gregory Thielker
painting by Gregory Thielker
Uno sguardo al sito ufficiale.

2 commenti:

  1. Un commento critico alle immagini di Thielker.
    La scelta di qualcosa di ricercato e appunto "particolare" consiste nel fatto che i soggetti sono diversi da quelli che sceglierebbe un pittore, sono più "da fotografo" e con uno stile fotografico. Anche la ricerca del realismo è indirizzata alla verosimiglianza fotografica più che ad un'aderenza alla realtà in quanto tale.
    A parte la tecnica, comunque eccellente, perché rendere gli aspetti prettamente fotografici in pittura non è da tutti, a me coinvolge la contaminazione della pittura con la fotografia.

    Eppure non è il racconto di qualcosa di "eccezionale", di insolito, ma l'eccezionalità non significa necessariamente raccontare la realtà.
    Il concetto di interessante è molto relativo... dipende da cosa si cerca. Se "ci aspettiamo lo stupore", il dettaglio fuori dalla norma, allora è quello che per noi è interessante.
    Se, come qui, si osserva invece "un dipinto" della normalità, un cupo e ordinario giorno di pioggia trascorso dentro l'auto e che si fissa malinconicamente "distorto" attraverso i finestrini... anche l'interessante è un'altra cosa.

    Nei dipinti di Thielker non si tratta dunque di rappresentare una realtà colma di dettagli, se non quelli utili al suo realismo, quanto di tratteggiare uno stato d'animo. Le scelte di inquadrature sono ordinarie, quasi "normali" ma è proprio in questo apparente vuoto del quotidiano che consiste il dipinto.

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  2. Io mi chiederei piuttosto se la pittura non abbia ripreso il suo cammino da dove l'aveva lasciato.
    Obiettivo dell’arte sin dall’antica Grecia è stato la ricerca della perfezione. La valutazione dell’opera infatti è sempre dipesa dal suo confronto con la natura.
    La fotografia chiude, nella prima metà dell’ottocento, una fase plurimillenaria delle arti plastiche, obbligandole a un mutamento epocale basato sulla distruzione totale del reale. Assumendo infatti, grazie alle sue doti di oggettività e riproducibilità, il carico sociale, storico e culturale, accentua nella pittura quella tendenza al disfacimento delle forme che caratterizzerà la ricerca artistica contemporanea. Le stesse considerazioni si possono applicare a tutte le proposte culturali d’inizio secolo(1900), dalla letteratura, alla musica, al teatro, ecc… costrette a fare i conti con il modificarsi dei rapporti tra la figura sociale dell’intellettuale, la produzione artistica e lo sviluppo tecnico ed economico.
    Forse la pittura, dopo tagli, puntini, fusioni, bruciature e quant'altro, ha solo bisogno di tornare a raccontare in maniera semplice ed immediata...vediamo come va a finire!

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